mercoledì 2 febbraio 2011

..e quando si coordinano lavoratori e studenti...

Con le manifestazioni legate alle proteste contro il Ddl Gelmini, gli studenti italiani, assieme ai lavoratori della conoscenza, hanno dimostrato che non è più tempo di accettare passivamente le volontà di questo governo.

In Lombardia, come in tutta Italia, le lotte studentesche si sono sviluppate su tutti i fronti che la riforma del Ministro dell'Istruzione ha toccato. Alle sacrosante lamentele degli studenti medi che hanno visto il loro futuro distrutto, si sono uniti gli universitari che quel futuro lo stanno già vivendo e continueranno a viverlo. Monumenti simbolicamente conquistati, atenei occupati, stazioni dei treni mandate in tilt e blocco della didattica nella stragrande maggioranza dei plessi, cortei in ogni angolo del Paese hanno catalizzato l'attenzione dell'informazione e dell'opinione pubblica, facendo capire, anche al cittadino disinteressato, il notevole disagio che questa riforma porterà al sistema scolastico e universitario italiano. Il movimento nato da queste proteste è di ampio respiro e vede l'unione di diverse ed eterogenee associazioni studentesche.

A Milano a fare la “voce grossa” non è stata solo la Statale. Persino studenti e ricercatori del Politecnico, negli ultimi tempi meno avvezzi a qualsivoglia dimostrazione, come anche i ragazzi della Bicocca hanno deciso di protestare contro l'ignorante e inumana riforma gelminiana. Cortei di notevoli dimensioni hanno, quando possibile, attraversato la città, partendo da Piazza Cairoli. (poco risalto ha avuto, a livello locale, l'assedio in tenuta antisommossa delle forze dell'ordine, nei giorni delle votazioni alle Camere sul Ddl, alla Statale di Milano).

Stessa cosa a Bergamo, dove gli studenti hanno protestato in maniera veemente contro le proposte della loro concittadina. Per dimostrarle meno metaforicamente “la naturale reazione alla sua riforma”, è stato deciso di scaricare davanti casa del Ministro un secchio di letame. Tale forma eccentrica di dissenso, si è unita alle numerose manifestazioni che hanno invaso la città, come è accaduto nel resto delle città lombarde.

Ancora più straordinario è l'appoggio che tali lotte hanno ricevuto dal mondo operaio e dai lavoratori precari, già vessati dalle politiche inette e distruttive che questo governo, d'accordo con Confindustria, sta attuando. La solidarietà dimostrata da queste persone, non deve far altro che farci comprendere quanto sia importante coordinare le proteste e i disagi per far sentire, quanto più possibile, che c'è ancora una grossissima parte di questo Paese che dice “no” ai soprusi dei padroni, sia che essi siano politici o datori di lavoro (non a caso, di questi tempi, a volte i termini coincidono).

fatto per newsletter anno II n.1 del pdci lombardia

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