mercoledì 6 aprile 2011

Comunicato arditi contro la Disposizione Transitoria



Barbari cospiratori dello Stato s'affannano, nelle loro bolsceviche intenzioni, a bloccare l'avanzata indomita e parlamentare delle validissime richieste del regio drappello di deputati, valorosi uomini che sfidarono, senza mostrare alcun segno di ottenebrata paura, la corporea sionista!
Nonché, s'affrancano dai loquaci generali che, essi stessi, negando il loro fulgido appoggio, si disonorano e si contraggono nella vana ricerca di una ebete e eunuca democrazia. Ma no, dicono ai cavernicoli imbelli, gli arditi di questa ondata infermabile. All'urlo di “o Disposizione Transitoria o morte!!!”. Che s'aggueriscano queste cloache, che si sollazzino delle parole concilianti dell'uomo della Trinacria, Schifani. La cosa, per noi indomiti, non è che un colpevole ritardo, costretti per 60 anni a vedere il mondo dalle meravigliose case che il nostro Duce ci ha costruito (le fogne, nda), e dal quale il nostro novello Re Silvio s'è fatti riemergere. Non senza essere costernati, nel nostro peregrinare audace, s'è perso uomini, valorosi combattenti che oggi ridono e scherzano, si trastullano e si accucciano con le forze moscovite, ancora tignosamente presenti sul suolo italico. Noi si è rimasti ardui costruttori di un partito, che per forza d'ironia s'è deciso d'appellare con “Popolo della Libertà”. Se l'immagini il nostro padre, che noi ci si è decisi di fondare un movimento con siffatto nome. Sarebbe stata una reazione intransigente ed indefessa, non avrebbe compreso il valente sforzo dei nostri arditi, che mascherandosi da liberali mezze calzette, si sarebbero rivelati solo dopo qualche lustro. Non s'è capito, eppur qualche segnale s'era dato. La nipote della Nostra Luce s'è battuta, s'è spronata e s'è resa forte, proprio per dare voce e ineguagliabile coraggio alla nostra folla oceanica, alle nostre fierissime schiere. Per ridarci vigore, allora si è deciso di presentare, con fulgente precisione, l'annullamento della vile e sciatta Disposizione Transitoria, che non ci permetteva, dopo anni di imposto e volenterosissimo oblio, di ricreare il nostro vero Partito, di dare un reale nome alle nostre idea. S'era stufi di nascondersi dietro un dito! Basta, s'è imperiosamente detto, non si può continuare in questo modo! Ed è come colpiti al cuore, un nucleo vitalissimo di un movimento ormai lontano dai nostri lidi, cosiddetto Futuro e Libertà, ha ardimentosamente cercato di tirar fuori la testa dal fango democratico, per poi essere ricacciato giù da opportune manovre di palazzo di un omuncolo dal cognome volgare, volte a destabilizzare il nostro clamorosissimo principio.
Non c'arrenderemo, la morte non ci spaventa! Un virile abbraccio al camerata Cristiano De Eccher, e agli altri confirmatari, provetti figli della lupa, paladini dell'impero romano. A noi!

2 commenti:

  1. da leggersi come la propaganda di regime fascista dell'Istituto Luce

    RispondiElimina
  2. BRAVISSIMO, se lo leggesse Guzzanti, di certo, ti chiederebbe di dargli una mano per scrivere un testo per Fascisti su Marte!
    Mafalda

    RispondiElimina