martedì 19 ottobre 2010

A come atrocità...ritratti di un'Italia violenta


“Babbari” parafrasando uno dei più inquietanti e stravaganti personaggi di Diego Abatantuono. Ecco cosa mi viene in mente pensando all'ondata di violenza che questo mese di ottobre ha portato nelle case degli italiani.
Violenza pura, truculenta e quanto mai ingiustificata. Orde di assatanati che picchiano selvaggiamente un tassista a Milano; giovane che uccide con un pugno una donna a Roma per un biglietto della metro (se fosse stato rumeno o ecuadoregno, non avrei potuto fare a meno di inquinare i miei occhi con le fiaccolate anti-immigrazione della Lega Nord e di Forza Nuova); famiglia avetranese che ammazza una ragazzina.
Un Paese, il nostro, in preda al più spregiudicato Far West. Esecuzioni sommarie da film di John Ford, ghigliottine, impiccagioni e quant'altro...ecco le proposte di pena esemplare avanzate in questi giorni a furor di popolo sul maggiore social network mondiale. Furibondi con tutto e tutti. Le più recondite ansie e brutalità dell'animo umano che prendono il sopravvento sulla ragione e il buon senso. Ma chi e cosa ha portato a questo grado di esasperazione e di odio sociale?
Quanto è possibile ricollegare questo imbarbarimento alla dilagante ignoranza mista al mero individualismo che impera in questa società? Si, siamo sempre più ignoranti e sempre più egoisti. Non voglio e non posso immaginare che è questo il mondo che lascerò a mio figlio. Lotto e lotterò sempre perchè lui possa vivere in una società giusta e civile, non in questo coacervo di invasati sostenitori della legge del taglione. A scuola, ricordo, mi hanno insegnato che la società dell'uomo è ormai destinata ad una continua evoluzione, ad un progresso non solo tecnologico, ma anche sociale e culturale. Questi ultimi tipi di avanzamento, però, siamo sinceri, non corrispondono alla realtà. Non è che un I-Pad o un wi-fi dovunque, possono servire a chi fa, della giustizia e della solidarietà, un discorso da uomo di Neanderthal. “Wilma, la clava” direbbe Fred Flinstone!
Non posso nascondere che una spiegazione a tutto questo me la sia data. Questo continuo attacco nei confronti della giustizia italiana ha infettato la maggioranza di italiani, che non ha più fiducia in chi è delegato a scegliere quali pene siano le più giuste per chi commette reati. Ed allora si dia il via alle manifestazioni forcaiole in piazza o nel web. O si dia il via alla giustizia fai da te. O ci si prenda a cazzotti perchè c'è chi non rispetta la fila. Rimpiango il buon uso della parola e della dialettica, utilizzate per dissipare a volte rancori volanti. L'insulto “bonario” o la battuta velenosa sono stati chiusi in soffitta e al loro posto sono arrivati i coltelli e i pugni.
Per concludere, sottolineo quale paura ho per le sorti della giustizia italiana. Ho timore che in un futuro non tanto prossimo, la pena per un uomo reo sarà televotata con un sms al 440230 (servizio in abbonamento). Spero solo che, quando tutto questo sarà realtà, siano aperte le stazioni di rifugio lunare ed io potrò scappare lì, lottando perchè “Un'altra luna è possibile”!

7 commenti:

  1. Mi dispiace di averti "consegnato" un mondo con poche speranze, la mia generazione ha sicuramente troppe responsabilità rispetto a tutto quello che hai scritto. Io continuo nel mio piccolo a lottare perché un altro mondo sia possibile e sono certa che, superata l'amarezza, ci sono tantissimi uomini e donne della tua generazione che sono come te e che potranno fare la "differenza".
    Paola

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  2. si vede che farenheit 451 ha lasciato il segno...non me la sono presa...anche perchè non hai espresso direttamente le tue opinioni in merito alla pena di morte,ma rispetto le tue opinioni in merito.

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  3. Come tu giustamente dici, il problema risiede in gran parte nella costante opera di delegittimazione che da ormai troppo tempo viene fatta nei confronti di chi dovrebbe applicare le leggi e far quindi rispettare lo stato di diritto. Si è affermata l'idea che ognuno deve pensare a se stesso e ai suoi cari...non capendo quanto sia deleteria e pericolosa questa pseudo anarchia.

    Anche io non voglio lasciare un Italia simile a chi mi succederà, ma per fare questo è indispensabile operarsi affinchè torni ad affacciarsi un briciolo di dialettica e un briciolo di umanità nel nostro paese...quindi andrea...al lavoro e alla lotta =)

    Un abbraccio
    Tenko

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  4. Bellissimo articolo, compagno, condito con la tua grande e, purtroppo, amara, ironia.
    Ti va se lo pubblico sul prossimo venturo "A Piena Voce"?

    Luke (Lucangelo)

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  5. Altro che evoluzione culturale, questa è una involuzione.
    Se devi parlare dei dettagli scabrosi dell'omicidio di una ragazzina la gente sta attaccata alla tv con tanto di occhi ad ammirare il plastico di Vespa. Se devi parlare di un tizio che si fa le leggi per sfuggire alla giustizia, di una ministra che nega il diritto allo studio ai tuoi figli con i suoi tagli alla scuola/università pubblica, o dei rapporti tra lo stato e la mafia stai sicuro che quel programma non lo vede nessuno.
    La gente pensa alle cazzate .. ormai non si chiedono neppure come mai ci ritroviamo col culo per terra.
    Come siamo finiti così?
    Non so dare una risposta logica a tutto questo.

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  6. Hsi nao (purificare la mente) o magari sindrome di Stoccolma

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  7. La fame incattivisce le persone,per fortuna in maniera minore,piccoli atti di violenza ed egoismo si verificano ogni giorno,ci sbraniamo a vicenda come i cani intorno all'osso,e appena qualcuno ti fa arrabbiare...tac!tiri fuori tutto il tuo rancore represso.La giustizia fai da te è diventata lo sport nazionale,ognuno ha il suo lodo alfano personale...
    Anna Quint

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