mercoledì 8 giugno 2011

Indifferentemente


Dante nella Divina Commedia, tramite il personaggio di Virgilio, così diceva degli ignavi: "Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa." La figura dell'ignavo, da qualche anno, è tornata di moda. Il moderno neutrale, colui il quale non si esprime. Da non confondersi con tutti coloro i quali si astengono dal voto: molti di loro, come anche Raniolo riconosce nel testo "La partecipazione politica", col loro non presentarsi in cabina elettorale, vogliono esprimere un disagio, vogliono dare un segnale di incazzatura, mista a delusione e senso di ribrezzo per l'attuale classe dirigente. Non mi riferisco a loro, che, si può essere d'accordo o meno, esprimono così il loro parere, perchè almeno un'idea se la sono fatta.
Parlo ai neutrali (gli ignavi del 2000); voi che mai vi interessate, troppo presi dalla vostra vita, che troppo sprecate per informarvi del vostro futuro, secondo voi Dante aveva ragione a piazzarvi nell'Inferno? Secondo me, si! Sono sicuro che nemmeno sapete che il 12 e il 13 giugno si decide se cacarvi un reattore nucleare in casa, se permettervi ancora di possedere un bene prezioso per l'umanità come è l'acqua, e se fra qualche tempo a comandarvi sarà una elite di ingiudicabili. Troppo pieni di impegni, a decider dove andare in vacanza, a mettere i soldi da parte come i bambini per permettersi qualche giornino in più in Sardegna (prisi, vi avviso che hanno aumentato i costi del viaggio in traghetto, quindi attaccatevi al tram!). Come redimervi, almeno un po', mi chiederete. Ecco, in questi giorni, andate a cercare la vostra tessera elettorale, chissà dove è sepolta, sicuramente si troverà sotto un vecchio numero di Sorrisi e Canzoni con la foto di Corrado in copertina. Alzate il vostro culetto dal divano, tanto il campionato è finito, scendete di casa ed invece di andare a messa, andate in quella scuola maledetta, con quei numeri del cacchio scritti in alto, affianco a quella parola che sa di stantio "SEGGIO". Entrate dentro, cercate il vostro, date il vostro documento e vi danno quattro lenzuolini. Entrate dentro la cabina, e c'è solo da cacare una X, nemmeno lo sforzo, immane per chi il massimo che scrive è la lista della spesa, della preferenza. Forse è capace che quell'odore rancido di scheda vi faccia tornare voglia di guardare meno stronzate in tv, e di informarvi un poco di più. Almeno solo per dirvi, "..cazzo ma già negli anni Ottanta ho votato per dire no al nucleare, ancora?". Perchè, quando non vigili, perchè sei troppo impegnato a mandare sms per salvare Tizio dalla casa, i vecchi mostri a volte ritornano; il nucleare, le cinquantamila ore di lavoro alla settimana, le malattie non pagate, ecc. Pensavi che ormai fosse tutto bello che assodato, ed invece no! Te le devi difendere queste cose, e mica puoi farlo da indifferente. Gramsci diceva: "Odio gli indifferenti. [..]L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?". Non vi lamentate, poi. Io ve l'avevo detto...di certo non sono nè Dante Alighieri, nè Antonio Gramsci, però anche io non vi sopporto. Io non ci sto a pagare la vostra indifferenza. Datemi del "partigiano" ora!

1 commento:

  1. SPLENDIDO!
    Un articolo che si legge tutto di un fiato. Bello e liberatorio anche per ci legge.
    Le citazioni immortali e sono felice che un uomo giovane come te le "usi".
    Mafalda Quino

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