
La scuola pubblica in mano ai comunisti? Ebbene sì, dopo vent'anni di fininvestesimo, l'istruzione non si riesce, ancora, a togliere dalle mani dei nostalgici del Pcus. Fortuna che ci sono i baluardi cristiani o i buoni vecchi volponi delle scuole simil Cepu che tentano di battere sul campo l'orda bolscevica degli insegnanti. Eppure ricordo i miei delle scuole superiori, e così tanto leninisti non erano. Per chi pensa che ogni corpo docenti di ogni istituto sia un soviet, l'avrei invitato volentieri a seguire le lezioni della mia prof di filosofia, che amabilmente pensava fossi un ritardato, che cercò vanamente paragoni fra Bush e il superuomo di Nietzsche, che si offese profondamente quando decidemmo di esporre la bandiera della pace ( "è un simbolo di partito, vergogna"), che dedicò a Marx meno di mezzora di programma, liquidandomi dicendo "non abbiamo tempo" e successivamente dedicando due mesi a Heidegger; li farei discuture coi vari prof che spesso ci invitavano ad andare a studiare coi Gs (gli studenti medi di CL) e di andare ai loro ritiri spirituali. Gente che, approfittando di miei compagni conniventi (ahimè!), faceva girare in classe fogli di una petizione (made in Comunione e Liberazione, chiaramente) che chiedeva la parificazione di scuola pubblica e privata, in seno ad un finto germe di libertà, per i genitori, di mandare i figli agli istituti non ancora definiti "paritari". Perchè, sicuramente, tali officine di diplomi avrebbero abbassato le rette se fosse passata la legge con gli annessi incentivi. S'ha vist, si direbbe in quel di Taranto. E come dimenticare Tommy, il nostro preside. L'uomo fascistissimo con l'aquila littoria in ufficio, che minacciava sospensioni ad ogni minima manifestazione.
Ed è questo che, purtroppo ricordo, portandomi dietro il mio misero 68 di maturità, anni di lotte e di scomuniche, di insulti e di derisione. Molti dei miei compagni, come me, poco inclini al servilismo hanno avuto quel che meritavano dalla vita dopo 5 anni non rosei, si sono realizzati, mentre alcuni, fra i più inclini al compiacimento, sono miseramente crollati uscendo dal liceo.
Ecco, leggo le parole di Berlusconi in differita (ero a Berlino, fortunatamente) e penso di essere andato in una scuola di un altro stato. Perchè, come moltissime scuole private in mano ai servi di Dio, anche la mia non batteva bandiera vaticana?
Vorrei, e qui chiudo per il ritorno di pensieri poco piacevoli del mio passato scolastico, che mio figlio fosse più fortunato di me, e che andasse in una scuola libera dall'influenza cattolico-finanziaria, libera di avere le stesse strutture di quegli istituti che vivono, oltre che delle sovvenzioni governative, delle tasse di iscrizione e di frequenza; vorrei che mio figlio studiasse in una vera scuola pubblica, e non all'ombra dello Stato della Chiesa.